
Superbonus 2024: i condomini chiedono una proroga per completare i lavori
Superbonus 2024: i condomini chiedono una proroga per completare i lavori
Nel pacchetto degli emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato alla legge di conversione del decreto Anticipi collegato alla Manovra spicca un correttivo per spostare il termine dei lavori agevolati con il 90% in condominio al 30 giugno del 2024
Emendamenti alla manovra
Intanto però nel pacchetto degli emendamenti presentati in commissione Bilancio al Senato alla legge di conversione del decreto Anticipi collegato alla legge di Bilancio (atteso in Aula tra il 28 e il 30 novembre), spicca infatti un correttivo, con prima firmataria la capogruppo azzurra a Palazzo Madama, Licia Ronzulli, insieme a Roberto Rosso e Claudio Lotito, per spostare il termine dei lavori agevolati con il 90% in condominio al 30 giugno del 2024.
Nonostante le ripetute frenate da parte del Governo, allora, le porte di una possibile riapertura dei termini per la maxi agevolazione non sembrano ancora completamente chiuse da parte della maggioranza.
L’ultima decisione spetterà, come anticipato, al ministero dell’Economia - finora molto freddo sul tema soprattutto per la necessità di garantire la tenuta dei conti pubblici - ma è sempre più evidente la presenza di un fronte, soprattutto all’interno di Forza Italia, che punta a limitare gli incrementi di tassazione sulla casa, imposti dalla manovra e denunciati anche ieri dall’Ance.
Anche perché non è la prima volta che arriva un’iniziativa di questo tipo: l’ultimo tentativo dei forzisti sull’argomento fu fatto (e bocciato) a settembre all’interno del decreto Asset.
Proroga per 6 mesi
La proroga, ipotizzata dall’emendamento, non sarà incondizionata, esattamente come nei mesi scorsi avevano chiesto le imprese. La riapertura dei termini per sei mesi, infatti, potrebbe essere concessa soltanto nei cantieri nei quali «siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo», alla data del 31 dicembre.
Quindi, i mesi in più serviranno a quei condomini che hanno necessità di completare opere già in fase molto avanzata, evitando la corsa alla chiusura nelle ultime settimane dell’anno per agganciare le agevolazioni più favorevoli.
Per accedere a questa chance, a fine anno andrà emesso uno stato di avanzamento lavori che andrà in deroga rispetto alle regole ordinare del decreto Rilancio: non servirà, cioè, che si riferisca ad almeno il 30% dell’intervento, ma potrà riguardare anche percentuali minori.
Questo Sal dovrà fotografare un avanzamento complessivo pari almeno al 60%: tutti i lavori certificati al suo interno potranno essere oggetto di cessione del credito e sconto in fattura. In questo modo, introducendo un extra Sal, si allargano le maglie rispetto alle regole ordinarie.Per chiarire, senza questa modifica, chi aveva fatto un primo Sal al 50% avrebbe dovuto aspettare almeno l’80% per un nuovo Sal.
I costi
Una possibile correzione di rotta che, di fatto, andrebbe a modificare in maniera importante il Ddl di Bilancio, in contrasto netto con i ripetuti appelli dell’esecutivo all’inemendabilità della manovra.
Il costo della misura, infatti, sarebbe di poco inferiore ai 900 milioni per i prossimi quattro anni. L’emendamento, infatti, stima 220 milioni di nuovi oneri tra il 2024 e il 2027, da coprire attraverso un incremento monstre dal 3 al 15 per cento della web tax, l’imposta che colpisce i ricavi prevalentemente da pubblicità online dei grandi player internazionali dei social e dell’economia digitale.
Se le risposte del Governo sulla possibile proroga sono un’incognita, le ipotesi di rinvio trovano ampio terreno di condivisione in molti partiti di opposizione. Nello stesso pacchetto di emendamenti al decreto Anticipi, infatti, si registrano proposte di modifica, di tenore molto simile a quelle di Forza Italia, da parte del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e dell’Alleanza Verdi Sinistra.
Sempre nel decreto Anticipi, spunta un tentativo di soluzione a firma del relatore Guido Quintino Liris (FdI) per la questione dei mutui a tasso agevolato concessi ai dipendenti bancari dagli istituti di credito, penalizzati dalle norme tributarie sui fringe benefit. Un altro emendamento potrebbe modificare il riferimento annuale per il calcolo della soglia da usare per l’eventuale tassazione Irpef.