Legacoop: "Obiettivo 100 Cer costituite nel 2024"

Il presidente rilancia le ambizioni del progetto “Respira”, ideato con Coopfond, Ecomill e Banca Etica per accompagnare gruppi di cittadini, cooperative, enti locali e Pmi nella costruzione e avvio di Comunità energetiche rinnovabili. “Ad oggi, ne abbiamo promosse una ventina con 30 MW di impianti che entreranno nelle configurazioni”

 

“La previsione è di arrivare al 2024 con almeno 100 Comunità energetiche rinnovabili (Cer) costituite”. Simone Gamberini, presidente di Legacoop, alza l’asticella degli obiettivi di “Respira”, progetto ideato e lanciato poco meno di due anni fa dall’associazione, che riunisce oltre 10mila imprese cooperative italiane, insieme al fondo mutualistico Coopfond, Banca Etica ed Ecomill, piattaforma di crowdinvesting, con la scopo di accompagnare gruppi di cittadini, cooperative, enti locali e Pmi in tutte le fasi del processo di costruzione ed avvio di una Cer.

 

“Nella fase di transizione del progetto, abbiamo processato oltre 300 mail e incontrato 150 potenziali Comunità energetiche, ma la vera accelerazione c’è stata solo dopo il via libera dei decreti attuativi. Questo ci ha consentito di promuovere ad oggi una ventina di Cer in forma cooperativa, con 30 MW di impianti che entreranno nelle configurazioni”, aggiunge Gamberini.

 

Ora, l’ambizione è di traguardare quota 100. “Questo però non significa che ogni impianto equivalga ad una Comunità energetica – dice il presidente -. Infatti, stiamo promuovendo diverse configurazioni di Cer, con impianti connessi e una produzione di energia che in media supera sempre 1 MW, visto che possiamo lavorare sulle cabine primarie in zona di mercato e ragionare su territori molti ampi. I soggetti più funzionali alla nostra offerta sono gruppi o cooperative di autoconsumo già esistenti che hanno già messo in rete le imprese”.

 

Per facilitare questo progetto, è stato proposto un “modello chiave in mano” e sottoscritto tre protocolli d’intesa territoriali con Anci (Lazio, Umbria e Friuli), che vanno di pari passo con il recente accordo del 17 maggio scorso tra Legacoop nazionale e il Gestore dei servizi energetici (Gse), società controllata dal Mase che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile sulla transizione energetica e la sostenibilità delle imprese cooperative. A tutto questo, si aggiungono accordi di collaborazione con centri di ricerca, associazioni e utility, tra cui Enea, Legambiente, Iren e Nova Aeg.

 

Gamberini spiega come funziona la piattaforma Respira (respira.ccop): “Con Coopfond finanziamo, se serve, per il 50% a fondo perduto lo studio di fattibilità. Come Legacoop supportiamo i proponenti nell’adempimento degli aspetti normativi e statutari necessari alla costituzione di una Cer in forma cooperativa, in linea con le indicazioni del Gse, con il quale abbiamo un dialogo costante. Mentre Banca Etica provvede agli strumenti finanziari e una rete di 15 partner cooperativi vengono messi a disposizione per la definizione delle migliori scelte impiantistiche e la successiva costruzione dell’infrastruttura. Ecomill, se si intende capitalizzare la coop, aiuta a trovare soci finanziatori in crowdfunding. Insomma, proponiamo un kit completo di accompagnamento”.

 

Tra le venti Cer costituite fino ad oggi, una delle ultime – quella di Lignano Sabbiadoro, inaugurata a fine febbraio - rappresenta la prima Comunità energetica rinnovabile balneare d’Italia, con un modello esportabile e incentivante per altri territori, perché prevede la partecipazione degli enti locali all’interno della Comunità in forma cooperativa. "Questo è potuto accadere – sottolinea il presidente - dopo lo 'storico' parere della Corte dei Conti del Friuli Venezia-Giulia che ha concesso al Comune di Fontanafredda, piccola realtà in provincia di Pordenone, di essere parte di una Cer superando i dubbi esistenti nella legislazione vigente (Deliberazione del 18 maggio 2023, ndr). Un passaggio chiave che ha aperto nuovi e interessanti scenari per il modello di Cer che proponiamo”.

 

Secondo Gamberini, il modello in forma cooperativa è preferibile rispetto ad altre forme giuridiche a cui possono aderire le Comunità energetiche rinnovabili (associazione o fondazione). “Non lo dico io – osserva il presidente - ma un recente studio del Consiglio nazionale del notariato (Cnn), secondo il quale la società cooperativa è da ritenersi la forma ottimale perché associa imprenditori mutualistici, aperti, democratici e possibilmente solidaristici”. Inoltre, conclude Gamberini, “solo la forma cooperativa delle Cer interpreta nel modo migliore il significato della direttiva Ue, perché consente di perseguire contemporaneamente uno scopo mutualistico (qualificante il relativo tipo contrattuale) e dei limitati scopi altruistico e lucrativo, alla luce dei vincoli di responsabilità esistenti verso i nostri soci che decidono di investire nelle Cer”.

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